
La questione meridionale di oggi, con le differenze dell’Italia del Sud e dell’Italia del Nord dei giorni nostri, ripercorrendo anche le scelte socio-economiche degli ultimi settantanni di storia, vissute e raccontate dalle giovani generazioni che hanno scelto di emigrare dal Sud verso il Nord, oppure di tornare nella propria terra, attraverso il racconto di esperti che possono rispondere all’annosa domanda: perché i giovani meridionali sono costretti ad emigrare per costruire il futuro e raggiungere la propria realizzazione?
La questione rimane

Il documentario alterna le interviste dei personaggi a immagini evocative dei paesaggi meridionali. Tra questi si inserisce un personaggio che svolge un ruolo narrativo di cornice: Enrica Ciurli, artista salentina, che dipinge l’ultima tela prima di trasferirsi definitivamente a Roma.
Una forbice che si allarga
Il Meridione è un altro Paese, diverso per ragioni storiche e socio-economiche dal grande nord industrializzato e proiettato sempre con più vigore verso il contesto europeo. Una questione di grande attualità che vede un Sud sempre più disposto a perdere i propri giovani, intellettuali e lavoratori, a discapito di interi territori che rischiano il completo abbandono.

Tra le testimonianze dei personaggi comuni, troviamo lavoratori emigrati al nord, giovani studenti che hanno deciso di tornare ed altri imprenditori che hanno deciso di restare, provando con coraggio a costruire una nuova storia per il meridione italiano
Alcune delle testimonianze

Claudio Scamardella
Giornalista e saggista

Laura Loi
Fotografa

Grazia Allegra
Attiv-attrice sociale

Niccolò Andreula
Economista e consulente strategico

Felice Le Noci
Artista e imprenditore

Antonio D’Arrigo
Libera casa contro le mafie
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Introduzione al soggetto
Il Mezzogiorno si trascina da sempre la sua “questione”, i suoi problemi, le sue contraddizioni. Esso è sempre stato un secondo Paese nell’Italia unita, un territorio con le sue peculiarità, le sue arretratezze assieme alle sue storiche e più recenti eccellenze. Quella “questione” irrisolta vive ancora oggi nel presente del Mezzogiorno e ancora oggi soffre le sue lacerazioni economiche e psicologiche, anche e soprattutto tra le nuove generazioni che devono sopportare il peso di una storia che li ha relegati ad essere sempre “secondi” agli altri.
Obiettivi del documentario
Il documentario vuole entrare nel profondo, non già per ripercorrere schematicamente un’analisi della storia, ma osservarla e con essa approfondire il presente, attraverso gli occhi dei giovani e dei non-più-giovani che lasciano il sud, che emigrano al nord e che vorrebbero e potrebbero “tornare” ma non possono o non vogliono. Grande attenzione anche a chi ha deciso di tornare, a chi ha deciso di restare. Come esiste un diritto a partire (ma quanto esso sia un diritto e non un’imposizione indiretta), così dovrebbe esistere un diritto a tornare. Ma le condizioni di questo “secondo” Paese spesso non consentono un ritorno. Così quel viaggio diventa spesso definitivo e il nostro documentario vuole fotografarne una parte, un viaggio umano e poetico, più che economico, un racconto intimo, dove le preoccupazioni, le frustrazioni si consumano con le speranze e i sogni.
Come si compone il documentario
Le interviste ad intellettuali, artisti, storici ed economisti accompagneranno la storia (vera) di chi ha deciso di lasciare il sud e di emigrare a nord. Il documentario seguirà in questo modo, nel viaggio vero e proprio di un ragazzo o di una ragazza che prende la più grande decisione della propria vita. Lo/la seguiremo sin dal saluto ai suoi cari, alla partenza verso una terra promettente ma sconosciuta, dove la solitudine, il desiderio, l’angoscia e la felicità riempiono il vuoto che lasceranno nella terra d’origine. L’opera sarà scandita da interviste, ma soprattutto dalle immagini del giovane che decide di partire, i luoghi meravigliosi della sua terra, il viaggio e l’approdo. Cercheremo di analizzare i desideri di una scelta, ma anche i condizionamenti (forse) involontari di una storia (forse) troppo pesante per essere cambiata.
Perché un documentario sulla questione meridionale, attraverso gli occhi dei giovani?
Tra il 2008 e il 2014 il PIL del Mezzogiorno è crollato del –12,6% contro il –7,2% nel CentroNord. La crisi seguita alla pandemia è stata un acceleratore di quei processi di diseguaglianza (e spesso di ingiustizia) sociale in atto ormai da molti anni che ampliano le distanze tra cittadini e territori. Soprattutto i giovani sentono il peso di questa condizione, sia per motivi della nuova e sempre più precaria contrattualistica del lavoro, sia per il mutamento dei bisogni soggettivi e dei valori personali. Ma anche, e soprattutto, per la riduzione evidente degli investimenti su formazione, cultura e istruzione in quasi tutto il Mezzogiorno, nonché degli investimenti occupazionali.
Epilogo
Le ragioni storiche possono essere un deterrente all’immaginazione di un nuovo corso per il sud e per i suoi giovani abitanti? Dove si fermano le colpe storiche della società e dove cominciano quelle di oggi? Siamo in tempo per cambiare? Perché un giovane decide di partire? È soltanto un obbligo economico oppure una profonda convinzione, è una volontà sofferta oppure è frutto di nuovi valori che spingono le nuove generazioni a ricercare una nuova identità (anche e soprattutto occupazionale)? Quali sono le ragioni storiche ed economiche che formano le condizioni, nel presente, per l’emigrazione di sempre maggiori masse di giovani, spesso laureati? Quali sono, infine, le “lacerazioni” psicologiche di chi lascia per partire e di chi viene lasciato? Il documentario cercherà, senza alcuna velleità, di rispondere a queste domande e di proporre alcune soluzioni immediate, come ad esempio gli investimenti per il cosiddetto “South Working”.